INGENEROSA LA DEMINUTIO DI UN PRESIDENTE CHE NON PUO’ PIU’ DIFENDERSI
Una campagna di denigrazione indegna di un paese civile e di basso profilo culturale si è abbattuta sui Dirigenti scolastici vincitori del Concorso ordinario.
Le vicende giudiziarie che hanno investito il Concorso per il contenzioso aperto dalle istanze di quanti, non avendolo superato, hanno visto disattese le loro aspettative,gettano una luce a dir poco ingenerosa su un concorso espletato con assoluto rispetto delle regole e in ottemperanza al DPCM e alla direttiva ministeriale impartita con nota 1160 del 19/9/2005,come ribadito dal Direttore Generale contestualmente all’affermazione rigorosa del principio indiscutibile della esecutività delle sentenze della Magistratura.
Non ci sono stati cedimenti a corruzione e a nepotismi(basta controllare i nomi dei non ammessi alle prove orali),non ci sono stati favoritismi di qualsivoglia natura(basta controllare la graduatoria di merito dei vincitori).
Quel che più indigna,tuttavia, è leggere della bassa denigrazione della memoria del Presidente della Commissione esaminatrice,peraltro correttissima,esigente nelle prove orali,concreta nella formulazione delle domande intese a disegnare la proiezione del futuro Dirigente in situazioni simulate del ruolo,per niente disposta ad accettare formulari ripetitivi, diffusi da una vulgata astratta e banalizzante della letteratura sui temi della Dirigenza.
Torno al Presidente,figura elegante e discreta di intellettuale esperto di studi giuridici,presente sempre durante le prove scritte e orali,gentile nell’approccio, severo nell’esercizio delle sue funzioni di controllo.
Sì,avete letto bene, un severo controllo dei documenti consultabili dai candidati è stato fatto durante lo svolgimento delle prove scritte ed è stato concesso, come recita la normativa del Bando, solo la consultazione delle Leggi non commentate. Ricordo personalmente il garbo con cui con le sue mani sfogliava quanto ciascuno dei candidati teneva sul banco ammettendo appunto solo Leggi senza commento.
Ora il Presidente non c’è più,non può difendersi,forse sorriderà della p minuscola del titolo che esprime una rancorosa volontà di deminutio, propria di quella “aiuola che ci fa tanto feroci”,come deve apparire anche a lui la terra dall’aldilà.
Se poi,per meglio leggere la situazione che si è venuta a creare, vogliamo continuare a scomodare i grandi della letteratura e il nostro Pirandello, in particolare, evitiamo di farlo a sproposito o in maniera superficiale. L’umorismo, cifra di lettura e di rappresentazione della realtà nell’arte del grande drammaturgo,possiede una sostanza tragica di riflessione sulla condizione umana pari a quella della Gaia scienza di Nietzsche, che mal si lascia ricondurre a slogan di vieto consumo.
Tra la porta, via di accesso principale già attraversata dai Dirigenti vincitori del Concorso ordinario per meriti pubblicamente riconosciuti(nessuno dimentichi che si sono svolte anche prove orali coram populo ed un corso di formazione) e confermati dall’esercizio del mandato sul campo(ciascun Dirigente può esibire un curriculum di opere concretamente realizzate in fatto di strutture e di attività formative) e la finestra, ingresso inusuale, si dispiega non una commedia del ridicolo,ma una tragedia degna dell’umorismo pirandelliano correttamente inteso.
Quell’umorismo che non fa ridere, quell’umorismo che demistifica la fissità dei ruoli e invoca le ragioni della vita con il suo potenziale di energie sempre vitali nonostante il tempo che passa,nonostante i vincoli delle convenzioni e delle forme cui gli uomini ora si aggrappano ora aspirano a svincolarsene.
Allora poiché la vera protagonista di quanto si sta verificando è la Scuola siciliana,forse è giunto il momento di desistere da polemiche sterili che a nulla servono se non a disturbare la serenità di cui le Istituzioni scolastiche hanno bisogno e, nell’attesa che la vicenda giunga al suo epilogo garantendo a tutti la cittadinanza nello Stato di Diritto, è auspicabile che si ripristini un clima di tranquillità necessario per assolvere agli adempimenti delle imminenti scadenze della prima parte dell’anno scolastico in corso.
Carmela Scirè
Dirigente scolastico del Liceo Scientifico Statale di Giarre (CT)
Una campagna di denigrazione indegna di un paese civile e di basso profilo culturale si è abbattuta sui Dirigenti scolastici vincitori del Concorso ordinario.
Le vicende giudiziarie che hanno investito il Concorso per il contenzioso aperto dalle istanze di quanti, non avendolo superato, hanno visto disattese le loro aspettative,gettano una luce a dir poco ingenerosa su un concorso espletato con assoluto rispetto delle regole e in ottemperanza al DPCM e alla direttiva ministeriale impartita con nota 1160 del 19/9/2005,come ribadito dal Direttore Generale contestualmente all’affermazione rigorosa del principio indiscutibile della esecutività delle sentenze della Magistratura.
Non ci sono stati cedimenti a corruzione e a nepotismi(basta controllare i nomi dei non ammessi alle prove orali),non ci sono stati favoritismi di qualsivoglia natura(basta controllare la graduatoria di merito dei vincitori).
Quel che più indigna,tuttavia, è leggere della bassa denigrazione della memoria del Presidente della Commissione esaminatrice,peraltro correttissima,esigente nelle prove orali,concreta nella formulazione delle domande intese a disegnare la proiezione del futuro Dirigente in situazioni simulate del ruolo,per niente disposta ad accettare formulari ripetitivi, diffusi da una vulgata astratta e banalizzante della letteratura sui temi della Dirigenza.
Torno al Presidente,figura elegante e discreta di intellettuale esperto di studi giuridici,presente sempre durante le prove scritte e orali,gentile nell’approccio, severo nell’esercizio delle sue funzioni di controllo.
Sì,avete letto bene, un severo controllo dei documenti consultabili dai candidati è stato fatto durante lo svolgimento delle prove scritte ed è stato concesso, come recita la normativa del Bando, solo la consultazione delle Leggi non commentate. Ricordo personalmente il garbo con cui con le sue mani sfogliava quanto ciascuno dei candidati teneva sul banco ammettendo appunto solo Leggi senza commento.
Ora il Presidente non c’è più,non può difendersi,forse sorriderà della p minuscola del titolo che esprime una rancorosa volontà di deminutio, propria di quella “aiuola che ci fa tanto feroci”,come deve apparire anche a lui la terra dall’aldilà.
Se poi,per meglio leggere la situazione che si è venuta a creare, vogliamo continuare a scomodare i grandi della letteratura e il nostro Pirandello, in particolare, evitiamo di farlo a sproposito o in maniera superficiale. L’umorismo, cifra di lettura e di rappresentazione della realtà nell’arte del grande drammaturgo,possiede una sostanza tragica di riflessione sulla condizione umana pari a quella della Gaia scienza di Nietzsche, che mal si lascia ricondurre a slogan di vieto consumo.
Tra la porta, via di accesso principale già attraversata dai Dirigenti vincitori del Concorso ordinario per meriti pubblicamente riconosciuti(nessuno dimentichi che si sono svolte anche prove orali coram populo ed un corso di formazione) e confermati dall’esercizio del mandato sul campo(ciascun Dirigente può esibire un curriculum di opere concretamente realizzate in fatto di strutture e di attività formative) e la finestra, ingresso inusuale, si dispiega non una commedia del ridicolo,ma una tragedia degna dell’umorismo pirandelliano correttamente inteso.
Quell’umorismo che non fa ridere, quell’umorismo che demistifica la fissità dei ruoli e invoca le ragioni della vita con il suo potenziale di energie sempre vitali nonostante il tempo che passa,nonostante i vincoli delle convenzioni e delle forme cui gli uomini ora si aggrappano ora aspirano a svincolarsene.
Allora poiché la vera protagonista di quanto si sta verificando è la Scuola siciliana,forse è giunto il momento di desistere da polemiche sterili che a nulla servono se non a disturbare la serenità di cui le Istituzioni scolastiche hanno bisogno e, nell’attesa che la vicenda giunga al suo epilogo garantendo a tutti la cittadinanza nello Stato di Diritto, è auspicabile che si ripristini un clima di tranquillità necessario per assolvere agli adempimenti delle imminenti scadenze della prima parte dell’anno scolastico in corso.
Carmela Scirè
Dirigente scolastico del Liceo Scientifico Statale di Giarre (CT)